Un percorso per le scuole secondarie nella Bassa Bresciana tra Italiano, EAS e valutazione

di Sara Lo Jacono

Un percorso per le scuole secondarie nella Bassa Bresciana tra Italiano, EAS e valutazione



Come abbiamo detto in un precedente articolo, nel corso del 2018 l’Ambito 10 – Bassa Bresciana ha avviato un percorso di formazione dal titolo “Didattica e valutazione delle competenze in italiano nella scuola”, che ha coinvolto i docenti della secondaria di I e II grado di circa 25 scuole della bassa bresciana.

Il primo corso di formazione, gestito da Nicola Scognamiglio, è già stato raccontato; raccontiamo qui il corso condotto da Gianna Cannì presso l’IIS Don Milani di Montichiari.

Il corso di formazione dal titolo “Didattica e valutazione delle competenze di italiano nella scuola secondaria di primo e secondo grado”, si è articolato in quattro incontri e in un tutoraggio a distanza nella fase di progettazione dell’elaborato finale.

La finalità generale del corso è stata quella di fornire ai docenti strumenti per la progettazione e valutazione delle attività didattiche attraverso incontri di natura laboratoriale, in cui ciascuno potesse partire dall’analisi della propria pratica e dare così un contributo personale. Le formazioni tra docenti sono infatti più efficaci quando sono focalizzate sullo scambio di esperienze: sono occasioni per dissotterrare la ricchezza enorme di storie e pensieri che gli insegnanti hanno poche occasioni di condividere.

Durante il primo incontro si è partiti da un brainstorming sulla didattica dell’italiano e sui problemi di trasposizione legati ad una disciplina che fatica a rinnovarsi e a dialogare con i consumi culturali degli studenti. Visto che il metodo EAS era già noto alle partecipanti, lo si è ripreso rapidamente per illuminarne meglio i principi e soprattutto l’idea di scuola che lo anima, ovvero una scuola attiva e democratica, che promuove l’autonomia critica e la collaborazione tra pari. Qualche riflessione teorica per creare una cornice all’interno della quale fare pratica: le docenti del corso hanno poi familiarizzato con la trasposizione dei contenuti a partire dalla progettazione di una attività.

Il secondo e terzo incontro sono stati dedicati al nesso progettazione/valutazione e alla definizione degli indicatori della competenza linguistica e letteraria finalizzata alla corretta strutturazione delle lezioni. Quando la lezione, come avviene per l’EAS, è organizzata a partire dai traguardi di competenze da raggiungere, la valutazione non è più concepibile come momento separato rispetto alla lezione stessa, ma diventa diffusa. Lo scopo non è l’oggettività assoluta della valutazione, ma la sua attendibilità che cresce in misura inversa allo stress che produce negli studenti. La valutazione diventa cioè uno strumento per comprendere e guidare, non un verdetto inappellabile e ansiogeno da cui dipende l’autostima del singolo. Siccome l’EAS incoraggia il lavoro di gruppo, la valutazione perde il suo significato competitivo per render conto della capacità di collaborare e apprendere insieme. Una delle riflessioni più significative emerse durante il corso riguarda appunto il cattivo costume scolastico di non incoraggiare la cooperazione e l’apprendimento comunitario (se non in rari momenti di stanchezza, a fine mattinata) e di affidarsi con troppa facilità alla povertà informativa del voto numerico. Cambiare prospettiva sulla collaborazione non è facile, così come non è facile riconoscere la valenza intersoggettiva e comunicativa della valutazione stessa.

Nell’ultimo incontro le docenti hanno impostato la progettazione di un EAS completo di rubrica valutativa dopo un rapido framework sui mediatori didattici. Di nuovo l’attenzione si è concentrata sui problemi relativi alla trasposizione e mediazione dei contenuti, e allora la domanda-guida è stata: come possiamo rendere più efficace l’insegnamento di un contenuto realmente significativo?

Efficacia e significatività sono i criteri – uno rispetto al come e l’altro rispetto al cosa – di autovalutazione dell’insegnante riflessivo.

Gianna Cannì

Univ. Cattolica del Sacro Cuore
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