Tecnologie e Scuola: il giusto equilibrio per una didattica saggia

di Iole Galbusera

Tecnologie e Scuola: il giusto equilibrio per una didattica saggia



Nel 2010 il Professor Henry Jenkins nel suo libro Culture partecipative e competenze digitali. Media education per il XXI secolo definiva una didattica saggia «quando favorisce la riconcettualizzazione della tecnologia come risorsa culturale “normale” per la didattica (è quanto avviene quando il cellulare, o il tablet, vengono usati in classe per svolgere attività di apprendimento). Ma anche quando riconosce il valore delle competenze che gli studenti sviluppano nell’informale rendendole funzionali agli apprendimenti di scuola».

Innanzitutto, laddove l’innovazione non è influenzata dalle mode del momento, ma da una presa di coscienza seria nei confronti della società in cui la scuola si trova ad operare oggi, l’esito è sicuramente lontano dai pericoli del determinismo tecnologico o della dipendenza da social. Fuor da ogni dubbio, inoltre, non basta introdurre le tecnologie in classe e pretendere che l’apprendimento degli studenti ne sia magicamente trasformato con un incremento di attenzione e motivazione; tuttavia, gli strumenti digitali spesso e volentieri favoriscono l’inclusione e l’acquisizione delle competenze di cittadinanza ormai irrinunciabili. Il valore educativo quindi esiste e si trova nelle metodologie didattiche innovative che puntano ad incrementare la forma mentis di bambini e ragazzi, prima ancora di preoccuparsi di far loro acquisire contenuti effettivamente spendibili: in ogni epoca i cosiddetti new media, talvolta, hanno solo facilitato questo processo educativo.

Molte delle metodologie didattiche innovative hanno avuto bisogno di “nuove tecnologie” per potere esprimere il loro potenziale. La storia della scuola è ricca di esempi di questo tipo, basti pensare alla stamperia del Freinet.

Queste le parole di Giovanni Biondi, Presidente INDIRE – Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, il quale nell’articolo (da leggere per intero al seguente link) scritto per Agenda Digitale bilancia il conservatorismo dell’anti-decalogo stilato da Antonio Calvani, con un’analisi puntuale ed equilibrata in tema di nuove tecnologie a scuola (dalla realtà immersiva, aumentata e virtuale, fino alla robotica), ancora tutte da scoprire e studiare.

Il Professor Pier Cesare Rivoltella, Direttore Scientifico del CREMIT, già aveva espresso la sue dieci tesi su scuola e tecnologia. Si ricordi, a tal proposito, il convegno “Educazione, apprendimento e nuove tecnologie a casa e a scuola dagli asili nido in su” organizzato dall’associazione culturale La Bottega dell’Arte e svoltosi a Trento il 9 maggio 2015 presentate, durante il quale è stato registrato l’intervento del professor Rivoltella Insegnare al tempo dei “nativi digitali”. Le opportunità: ecco il video online e il documento così riassunto. 

 

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