Apriamo le porte dei laboratori per raccontare l’EAS DAY 2018!

di Iole Galbusera

Apriamo le porte dei laboratori per raccontare l’EAS DAY 2018!



Quest’anno l’EAS DAY ha focalizzato l’attenzione dei laboratori pomeridiani sulla specificità di ciascuna disciplina: come individuare gli elementi esemplari e trasferibili di ciascuna di esse al fine di costruire un curricolo breve per competenze? Apriamo le classi – laboratorio per raccontarvi cosa è successo in questo pomeriggio insieme.


EAS per Tutti

Il laboratorio, curato da Alessandro Sacchella, ha visto i docenti coinvolti nel loro primo approccio con un Episodio di Apprendimento Situato: da dove parto per individuare le dimensioni di competenza per progettare? Perché l’EAS attiva le competenze? Cosa succede nei tre momenti? Perché la valutazione viene definita diffusa?


Musica con gli EAS

Il workshop, gestito da Elena Piritore, ha messo in luce come si possa rappresentare in musica una storia che qualcuno ha raccontato. Lo fa attraverso un ascolto attivo che renda efficace la concentrazione e che stimoli meccanismi di associazione ed evocazione con strategie e idee vicine al modo di esprimersi dei ragazzi e del mondo contemporaneo.


Scienze con gli EAS

Stefano Macchia ha lavorato su EAS e scienze. Come l’osservazione del mondo reale e ciò che viviamo nel quotidiano creano le condizioni per ingaggiare lo studente e sviluppare il pensiero logico e critico? Attraverso esperienze e stimoli proposti e l’utilizzo dello smartphone ai partecipanti del laboratorio viene data una proposta per osservare la realtà, rilevare i dati e confrontarne le evidenze scientifiche.


Matematica con gli EAS

Attraverso la fase operatoria di un EAS il laboratorio, tenuto da Elisa Marchisoni, ha visto protagonisti gli strumenti del valutare per competenze e la costruzione degli stessi. Un EAS dentro un altro EAS, che diventa lo stimolo dal quale partire per la produzione di nuovi materiali. Diventa importante ragionare insieme sull’epistemologia specifica della matematica.


Scritture multimediali con gli EAS

Il laboratorio di Nicola Scognamiglio ha fatto realizzare EAS ai docenti, attraverso un ambiente di apprendimento significativo in remoto: narrazioni audiovisive. Si propone di indagare il territorio attraverso un intreccio di diversi codici: dal testuale al sonoro, dalle immagini fisse a quelle in movimento.


Italiano con gli EAS

Goodbye Sarajevo, pensato da Enrica Bricchetto, è un laboratorio che ha voluto costruire le competenze di base in italiano. Si lavora alla selezione di parole, per inserirle in una nuvola, partendo dalla narrazione dell’assedio.


EAS e abilità linguistiche di base

Luciana Ferraboschi ha lanciato spunti di riflessione per sviluppare competenze in ambito linguistico.  La proposta di lavorare per EAS è ottimale per superare il divario tra l’agire didattico e il curricolo scolastico. Gli esempi presentati hanno acceso una discussione tra i partecipanti per favorire una piena consapevolezza della sostenibilità del percorso proposto.


Clil con gli EAS

In questo laboratorio, moderato dalla coppia Vincenza Leone e Marzia Luzzini, sono stati presentati casi reali e ipotesi di lavoro per sviluppare CLIL attraverso gli EAS. Dati alcuni traguardi di competenza i corsisti hanno creato proposte di EAS specifici per ciascun grado di scuola.


EAS in movimento

A partire dal video stimolo di Federico Buffa, che ha inquadrato la storia del giocatore di basket Pete Maravich, Paola Vago ha individuato le interrelazione esistenti tra attività motorie sportive e altri ambiti afferenti: contesto geografico, storico, matematico.


EAS e intercultura

Il laboratorio di Gianna Cannì ha ragionato sull’ intercultura declinata nelle sue sfaccettature: differenze di genere, di provenienza, di età… Un EAS viene analizzato ed è stato richiesto ai partecipanti di proporre modifiche nella fase preparatoria adatte al loro grado di scuola e ad un percorso interculturale.

 

Qui, di seguito, un video sul canale Vimeo Cremit con i momenti salienti dei laboratori, a porte aperte!

 

Articolo di Elena Valgolio

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