Ricerche CREMIT al Convegno Nazionale SIPED 2023

di Maria Cristina Garbui

Ricerche CREMIT al Convegno Nazionale SIPED 2023

Ricerche CREMIT al Convegno Nazionale SIPED 2023


Il Convegno Nazionale SIPED 2023 dal titolo Sistemi educativi, l’orientamento e il lavoro si svolgerà in modalità mista dal 2 al 4 febbraio 2023 presso Dipartimento di Scienze dell’Educazione “G.M. Bertin” dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

Pier Cesare Rivoltella coordinerà la sessione parallela dal titolo Dopo la didattica dell’emergenza: prospettive innovative di sabato 4 febbraio.

Vi condividiamo qui la locandina del Convegno:

Tre saranno le ricerche CREMIT che verranno presentate durante le sessioni parallele.

Alla sessione di venerdì pomeriggio N. – Salute, sicurezza, professioni educative e formative. Persone, cooperazione, cura verrà presentata la ricerca dal titolo:

  • Prendersi cura della Comunità: una nuova alleanza tra professioni educative e sanitarie di Simona Ferrari e Serena Triacca

    Abstract: Tra i nuovi modelli di assistenza della Sanità, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede diversi interventi, tra cui gli Ospedali di Comunità e le Case della Comunità (DM 77 23/05/2022) forma di evoluzione della sperimentazione avviata con le Case della Salute concepiti come “strumenti di integrazione sanitaria e sociale sul territorio, non solo erogatori di servizi, ma luoghi di prevenzione ed educazione alla salute, per rendere le persone responsabili e consapevoli verso stili di vita salubri e sostenibili” (Ugolini, 2021, p. 148). Per contrastare le difficoltà del Sistema Sanitario Nazionale, in particolare durante l’emergenza pandemica, la comunità viene posta al centro come elemento chiave: negli ultimi provvedimenti normativi viene infatti riconosciuto il valore della prossimità, intesa come approccio che connette le persone e le comunità e che richiede di immaginare forme per un maggiore raccordo istituzionale. Proprio le Case della Comunità (CdC), promotrici di un modello di intervento multidisciplinare e di progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione socio-sanitari, diventano uno spazio di possibile incontro con le professioni educative almeno in due direzioni. La prima di tipo progettuale: se le CdC sono luogo dove la comunità interpreta il quadro dei bisogni andando a definire il proprio progetto di salute, riprogettando servizi che prevedono professionalità che dialogano, non può non diventare spazio di presenza delle figure educative che possono mettere in campo proprio la competenza progettuale e le metodologie di intervento per prevenzione e promozione della salute. La seconda di tipo media-educativo: il digitale diventa strumento necessario nelle CdC perché assolve la funzione di “tessuto connettivo” (Rivoltella, 2017) nel sostenere l’integrazione tra servizi (piano organizzativo-gestionale-comunicativo) e tra servizi e persone (piano informativo-relazionale). Diventa necessaria una formazione del personale alla competenza digitale che non si limiti al piano alfabetico (Rivoltella, 2020) ma aiuti a riconcettualizzarla in termini di “tecnologie di comunità” (Rivoltella, 2017). Alla luce di ciò, il contributo intende restituire le riflessioni maturate da CREMIT all’interno di alcuni progetti di ricerca-azione: “WelcomTech” (2019/20), “Promuovere salute in bambini che crescono con gli schermi digitali” (2021/22), “Comunicare salute” (2020/21), “Raccontare la malattia per sostenere la cura” (2022/23), “Pallium” (2021/23). I progetti saranno riletti mettendo in luce elementi innovativi relativi a:
    – le forme dell’intervento educativo e della prevenzione, in particolare la Peer&Media Education (Ferrari et alii., 2015);
    – le competenze necessarie al “tutor di comunità” e le forme di aggiornamento formativo dei profili professionali in tal direzione (Ferrari&Triacca, 2021).

Alla sessione di sabato mattina C. – Pedagogie e didattiche tra vulnerabilità e inclusione. Minori, disabilità, NEET tra orientamento e lavoro verrà presentata la ricerca dal titolo:

  • Le competenze di cittadinanza (digitale) e il contrasto alla “Povertà educativa digitale” di Pasta Stefano e Rivoltella Pier Cesare

    Abstract: Dal 2021 il Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia (CREMIT) dell’Università Cattolica ha proposto di utilizzare il nuovo costrutto di “povertà educativa digitale”, ampliando il concetto di “digital divide”. Tale fenomeno non è inteso unicamente come privazione dei dispositivi e di accesso alla Rete, e neppure come negata partecipazione alla didattica a distanza o didattica digitale integrata, che sono tendenze mappate da altre ricerche realizzate nel periodo di emergenza sanitaria. Si fa riferimento alla mancata acquisizione di competenze digitali, intese come nuovi alfabeti necessari nella società postmediale per analizzare la produzione e la fruizione dei diversi contenuti digitali da parte degli “spettautori” del social Web e “cittadini onlife”. Altri testi dei medesimi autori hanno sinora presentato il costrutto (Pasta, Rivoltella, 2022), discusso la misurabilità del fenomeno (Pasta, Marangi, Rivoltella, 2021), presentato uno strumento di rilevazione e discusso i primi dati di una rilevazione su 1.976 studenti di 112 classi in 39 scuole secondarie di I grado di tutta Italia (Marangi, Pasta, Rivoltella, 2022). In questo intervento, a partire dal progetto triennale “Connessioni digitali” (2021-24) realizzato dal Cremit insieme a Save the Children e la Cooperativa Edi Onlus e che coinvolge 100 scuole secondarie di I grado per un totale di 6.000 studenti e 400 insegnanti, si presenteranno l’impostazione teorica e le proposte didattiche di tale percorso biennale, integrato nel curricolo di educazione civica, a contrasto della povertà educativa digitale. Le quattro newsroom (Scrittura online, Podcast, Digital Storytelling, Marketing sociale), attorno a cui è costruito il percorso, riflettono una concezione di competenza digitale  secondo una visione metacognitiva e strategica delle attività legate agli ambienti digitali, che è basata sulle competenze tecniche, intellettuali, di cittadinanza responsabile e partecipativo-relazionali e che al contempo, pur nel solco della Media Education, sviluppa la New Media Literacy intrecciando la dimensione critica, estetica ed etica. Si restituirà un’analisi dei prodotti realizzati dalle classi coinvolte nella prima annualità del progetto, rilevando come sia centrale considerare la creatività e la capacità di produrre prodotti narrativi e comunicativi nel contrasto della povertà educativa digitale, attraverso quattro differenti dimensioni di uso del digitale: l’accesso, l’analisi, la valutazione e la produzione. Infine, si noterà come l’effettiva promozione della competenza digitale, processo interessante anche in termini di future competenze per l’ambito lavorativo, si attiva solo se si è capaci di trasformare le competenze individuali in pratiche sociali e nella costruzione di un vero e proprio design interpretativo e produttivo.      

Alla sessione H. – Università, scuole, tecnologie, orientamento, lavoro. Tra storia e didattica, progetti e linee di ricerca pedagogica verrà presentata la ricerca dal titolo:

  • Innovazione, tecnologie, miglioramento: gli investimenti tecnologici delle scuole incontrano le campagne della grande distribuzione di Alessandra Carenzio

    Abstract: La rappresentazione dell’innovazione didattica nella scuola spesso viene associata alla presenza di una dotazione tecnologica all’avanguardia, pensiamo anche alla recente campagna costruita da Meta rispetto alle funzioni del metaverso per l’apprendimento e alla discorsivizzazione attivata (Carenzio, 2022). Questa logica, per quanto semplicistica, sembra aver funzionato nel corso degli ultimi anni, pensando anche alle scelte delle scuole, come testimonia la ricerca qualitativa “Community Shopping. Retail, responsabilità sociale e sostegno alla scuola”. La ricerca, che vorremmo discutere nel presente contributo, è stata condotta attraverso un sistema di interviste rivolte ai dirigenti, agli insegnanti e ai genitori di due scuole collocate nel territorio per riflettere sulle campagne di community shopping attivate dalla grande distribuzione. Il tema principale dell’intervista, pur con qualche differenza dovuta allo sguardo attivato, è relativo ai modelli organizzativi adottati nel corso della partecipazione alle campagne della grande distribuzione, all’impatto delle iniziative per la scuola – come istituzione parte di una rete territoriale – e alla riflessione sul ruolo delle tecnologie nella cornice dell’innovazione didattica. In questo senso, l’obiettivo primario è stato quello di rilevare le scelte operate per organizzare il flusso dei processi legati alla partecipazione della scuola, riflettendo in termini di individuazione dei bisogni didattici degli insegnanti e delle esigenze di crescita dei ragazzi. La logica, esito delle riflessioni maturate insieme alla scuola e alle famiglie, vorrebbe puntare sulla presenza della tecnologia come parte di un sistema che considera l’innovazione come esito di un processo articolato legato a due fattori: alla ristrutturazione metodologica, che orienta le scelte didattiche dei docenti, e alla necessità di considerare il digitale (e le tecnologie) non solo come “scelta professionalizzante” per il futuro, ma come “tessuto connettivo” (Shirky, 2010). Una cornice interessante, che fornisce sostegno teorico alla riflessione, è fornita dalla sistematizzazione operata daTomi e Mikko Dufva della Alto University, cornice che possiamo adottare per comprendere meglio il senso delle tecnologie digitali oggi. A cosa servono i paradigmi? Certamente a inquadrare la questione dei dispositivi: immaginarli come parte del presente e del futuro porta a una configurazione di tipo prettamente strumentale, definirli come elementi interpretabili chiede di conoscerli per capirli; mentre il paradigma emancipatorio riporta il valore dei dispositivi in una logica politica ed etica, aspetto che il paradigma postmodernista colloca in chiave creativa, come esperienza espressiva che ha a che fare con il valore più profondo dei dispositivi digitali. L’idea associata alle tecnologie, in sostanza, ha certamente un ruolo nella definizione dei percorsi della scuola e nell’orientamento dei ragazzi, aspetti che la ricerca pedagogica dovrebbe considerare.

Per approfondire:

Convegno Nazionale SIPED – 2023

Univ. Cattolica del Sacro Cuore
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Tel. 02-72343038 / 02-72343036 (direzione)
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