Cybernonni e cybertutor si diventa!

di Iole Galbusera

Cybernonni e cybertutor si diventa!

Cybernonni e cybertutor si diventa!


di Moreno Rossi, studente della Laurea magistrale in Media Education

Il progetto “Cyber Scuola per nonni”, promosso dalla Fondazione Golgi Cenci che ha visto anche CREMIT coinvolto, si è concluso sabato 7 maggio nell’aula magna dell’Istituto Vittorio Bachelet di Abbiategrasso (MI). 

Per raccontare cosa è successo nell’ultimo anno di lavoro, diverse figure sono intervenute mettendo in luce come per generare progetti innovativi sia necessario l’integrazione e la collaborazione di profili professionali diversi.
L’idea del progetto è innovativa: permettere ai nonni di diventare cittadini digitali grazie all’accompagnamento dei nipoti.
A ciascuno studente è stato richiesto di coinvolgere almeno un nonno interessato ad apprendere nuovi usi del digitale. Ogni studente era chiamato a progettare l’intervento di apprendimento in modo inclusivo e personalizzato: gli studenti hanno ricevuto una formazione sia teorica che pratica per raggiungere l’obiettivo. Hanno conosciuto di più la terza età con le sue caratteristiche peculiari, le specificità e le modalità di apprendimento; hanno approfondito aspetti di ricerca vestendo i panni del warm expert andando a mappare quali competenze digitali aveva già il proprio nonno e hanno avuto l’occasione di sviluppare un pensiero rispetto all’uso che gli anziani fanno del digitale e quale funzione può svolgere a sostegno di alcune necessità. 

Di nonni che possono diventare cibernetici sono a migliaia e le classi sono sempre abbondanti” ha dichiarato il preside dell’Istituto Bachelet, Giovanni Ferrario ringraziando i presenti e le professoresse Paola Cucchetti, Alexia Scimè e Laura Platti che hanno seguito da vicino l’iniziativa in qualità di docenti coordinatori delle classi coinvolte.

Si sono poi susseguiti una serie di interventi di tutti gli enti che hanno preso parte al progetto nelle sue varie parti. Per primo è stato Salvatore Forte, presidente della Fondazione Ticino Olona, un ente filantropico che ha sostenuto economicamente il progetto Cybernonni; è una realtà attiva sul territorio con la missione di “Individuare i bisogni emergenti del territorio e sosteniamo iniziative per incoraggiarne la crescita sociale, culturale e ambientale” (Dal sito Fondazione Ticino Olona, in Internet, URL: https://www.fondazioneticinoolona.it/). Forte ha spiegato cosa è una fondazione filantropica e cosa fa la Fondazione Ticino Olona e come questa ha supportato il progetto.

L’intervento successivo è stato quello di Mauro Invernizzi, di Emporia Telecom, altro partner del progetto che ha fornito un supporto digitale ai nonni che non disponevano di mezzi tecnologici e competenze digitali in partenza. In questi casi, i nonni hanno ricevuto in dono un tablet adatto alle esigenze degli over 65. 

L’intervento di Invernizzi si è focalizzato sui temi di Digital Divide e sull’obiettivo di Emporia Telecom di creare strumenti accessibili alla popolazione anziana (intesa come “over 65” che risulta essere sempre più sola). A confermare questo intento di accessibilità è la presenza nel packaging dello strumento di un manuale di istruzioni per facilitare l’accessibilità. Invernizzi ha concluso affermando che la presenza dei ragazzi è fondamentale per educare e sistematizzare le competenze digitali degli anziani.

Segue la presentazione interattiva della prof.ssa Emanuela Sala a nome del team di Università Bicocca che collabora da anni con la fondazione Golgi-Cenci. L’attenzione è posta  sul dato statistico: racconta, infatti, come il dato di anziani in Italia è maggiore rispetto a quella europea e solo il 19% degli over 65 usa le ICT.
La parola poi passa a Elena Rolandi, responsabile del progetto per fondazione Golgi-Cenci, che fa una restituzione del progetto in modo più generale. Rolandi afferma che intervento e ricerca sono le due spinte che hanno mosso al progetto sin dall’inizio. 

Avvicinare giovani ed anziani e facilitare il coinvolgimento di una rete di prossimità dell’anziano sono due obiettivi che si possono ritenere raggiunti.

I principi base di cyber scuola per nonni sono stati:

  • Personalizzazione
  • Gradualità
  • Supporto e calore

Il “giusto passo” è stato un punto su cui Rolandi si è soffermata. La personalizzazione che i ragazzi hanno potuto fare sul percorso dei nonni è stata essenziale per sviluppare le loro competenze digitali. 

A livello di ricerca, sono usciti due profili di nonni: gli analogici e digitali. Ogni studente è stato supportato per capire come meglio accompagnare il proprio nonno in base al suo livello tecnologico.

A Mauro Colombo è spettato il compito di contestualizzare a livello statistico l’iniziativa. I nonni sono in media sui 74 anni. Molti hanno Scolarità elementare, e una persona su 3 ha licenza media, 3/10 o, se si conta gli impiegati commerciali, quasi la metà del target è stata impiegata nel mondo dei servizi. Quasi una persona su 4 è casalinga. Dei nonni che hanno fatto parte del progetto una quota interessante non ha accesso ad internet. 

Per ultima è intervenuta Eleonora Mazzotti di CREMIT, proponendo un commento sulle immagini utilizzate nell’intervista intergenerazionale confrontando i due campioni: studenti e nonni. 

Mazzotti inoltre ha raccontato le sette funzioni del digitale. Questo ha permesso di spiegare come la funzione più rappresentata negli obiettivi degli studenti è stata la funzione espressiva. Questa funzione opera per favorire il racconto di sé e l’essere protagonisti anche con il digitale. Si può dire che il digitale è stato a supporto dell’autorialità. Non interessa, quindi, utilizzare la tecnologia solo per espletare funzioni pratiche e burocratiche, ma si usa la fotografia per raccontare e raccontarsi al mondo. 

Dai diari degli studenti invece, fuoriescono, alcuni elementi interessanti rispetto a cosa gli studenti hanno imparato con questa esperienza:

  • Relazione intergenerazionale

(“Ho instaurato un rapporto migliore grazie a questo progetto” L.; “È possibile rapportarsi tra fasce d’età differenti” E.).

  • Attesa dei tempi dell’altro

(La pazienza è considerata nel 21% dei casi nel primo diario di bordo; nel 15% nel secondo e dal 18% nell’ultimo).

  • Competenze di gestione dell’attività specifica

(ho imparato a “concentrarmi sui bisogni e le difficoltà del nonno” A.; “da questa esperienza sto imparando tanto come ad esempio a trovare modi alternativi di spiegare le cose se mia nonna non ha capito” C.).

  • Scoperte sul mondo dell’altro

(“è molto più curiosa di quanto pensassi” C.; ”La cosa principale che ho imparato è che tutti dovrebbero avere la possibilità di entrare nel mondo di internet” A.).


Si può quindi considerare questo evento una degna conclusione ed un successo per tutte le parti interessate: nonni e nipoti hanno collaborato diventando entrambi sempre più cittadini digitali. 

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