[Libro] “Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale” di Panciroli e Rivoltella

di Maria Cristina Garbui

[Libro] “Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale” di Panciroli e Rivoltella

[Libro] “Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale” di Panciroli e Rivoltella


Il volume Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale è stato scritto a quattro mani dalla Chiara Panciroli e da Pier Cesare Rivoltella.

Il libro offre interessanti spunti legati ad un’analisi puntuale della realtà: gli algoritmi stanno pervadendo ogni aspetto della vita quotidiana.

Se è vero che questo potrà offrire grandi opportunità, al tempo stesso è necessario non sottovalutare i profondi cambiamenti che interesseranno la società nel suo insieme e le preoccupazioni che ne derivano.

In particolare, emerge l’esigenza di sviluppare il dibattito sull’Intelligenza Artificiale e le sue applicazioni nei contesti educativi.

C’è bisogno pertanto di nuove ricerche, sostenute da una robusta cultura dell’informazione e ispirate a un’etica della responsabilità che si traduca in comportamenti di cittadinanza (digitale) coerenti.

Questo volume prova a fare una proposta al riguardo, offrendosi come strumento di riflessione a studiosi, insegnanti ed educatori.

Rendiamo qui disponibili alcuni estratti dell’introduzione e il sommario.

Abbiamo riprodotto, domato e smembrato la selvaggia fisicità della nostra Terra; ma, contemporaneamente, ne abbiamo creata una digitale, la cui evoluzione potrebbe incarnare una saggezza collettiva superiore alla nostra. Non è mai possibile riprodurre completamente nessun universo digitale. Abbiamo barattato una giungla con un’altra, e in questa direzione si trova la speranza, non la paura. Infatti, il nostro destino e la nostra integrità di esseri umani dipendono dalla nostra capacità di servire una natura la cui intelligenza possiamo scorgere tutta intorno a noi, mai però comprendere appieno. “Il mondo si preserva” non nelle lande desolate (Wilderness), ma “nei luoghi liberi e selvaggi” (Wildness), come scriveva Henry David Thoreau, che spesso viene citato a sproposito.
Ci è tornata in mente questa frase dello storico della tecnologia George Dyson (1997) al momento di licenziare questo libro e affidarlo all’editore per avviare il processo di impaginazione e di stampa. Essa suggerisce alcuni dei temi che possono giustamente fare da corni- ce a ciò di cui ci siamo occupati.
La terra fisica e la terra digitale. Nell’idea che abbiamo «riprodotto, domato e smembrato» la prima, c’è il significato della tecnica e della tecnologia, il senso di quel che si intende quando si parla di ragione strumentale e di Antropocene, l’urgenza della crisi ecologica e l’importanza di trovarvi una soluzione sostenibile (Rosa, 2023). Dire che accanto a essa «ne abbiamo creata una digita- le», significa invece aver elaborato un’idea ambientale del digitale, pensarlo in termini ecologici e anche questo chiede una manutenzione e una cura (Colombo, 2020).
Una saggezza collettiva superiore alla nostra. È l’evoluzione del digitale. Lascia pensare alla saggezza della folla (Crowd Wisdom) che si sperimenta nella prospettiva dello sharing e del social networking e che è testimoniata dall’approccio wiki: qualcuno, da qualche parte, sicuramente sa quello che noi non sappiamo. Ma in questa saggezza superiore si coglie anche l’anticipazione della singolarità, il momento in cui l’intelligenza delle macchine forse supererà quella umana, una collettività fatta non solo di umani ma anche di esseri artificiali (Rivoltella – Rossi, 2019).
La speranza, non la paura. La “giungla digitale” non va pensata come una landa desolata, ma come un luogo libero e selvaggio. Non si tratta di averne paura, ripiegandosi in un atteggiamento tecnofobico o quanto meno di scetticismo tecnologico, quanto piuttosto di coglierne le potenzialità trasformandole in opportunità per l’umanità.
Pedagogia algoritmica si muove dentro questa prospettiva e con questo respiro. Il tema è l’Intelligenza Artificiale (IA), nello specifico lo spazio dell’IA nei contesti educativi: un campo di ricerca e applicazione che in ambito internazionale è indicato con l’acronimo AIED (Artificial Intelligence In Education), ha già celebrato tre importanti congressi internazionali, sempre a Pechino (il primo, quello del 2019, ha portato alla stesura del Consensus di Pechino, uno dei più importanti documenti internazionali su IA ed educazione), e annovera ormai un numero cospicuo di riviste specializzate che pubblicano articoli solo su questo argomento.

Panciroli C., Rivoltella P.C. (2022). Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale. Brescia: Morcelliana, pp. 5-6.

Nel libro, dopo aver dedicato i primi due capitoli a un inquadramento generale del problema e alla ricostruzione storica dell’AIED – partendo dalle teaching machine del secolo scorso, ancora prima di Skinner – abbiamo articolato il discorso in tre direzioni, giocando sul termine educazione: educare con l’Intelligenza Artificiale (cap. 3), educare all’Intelligenza Artificiale (cap. 4), educare / Intelligenza Artificiale (cap. 5).

Panciroli C., Rivoltella P.C. (2022). Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale. Brescia: Morcelliana, p. 8.

Buona lettura a tutti!


Per approfondire:

Univ. Cattolica del Sacro Cuore
Largo Fra Agostino Gemelli, 1 - 20123 Milano
Tel. 02-72343038 / 02-72343036 (direzione)
info[at]cremit.it


facebook instagram vimeo twitter linkedin telegram

Web site developed by Gianni Messina
© CREMIT tutti i diritti riservati