TikTok. Una palestra di idee

di Maria Cristina Garbui

TikTok. Una palestra di idee

TikTok. Una palestra di idee


di Veronica Baffi e Sara Tacchinardi, CREMIT

A marzo 2020, il lockdown era iniziato da qualche settimana e ormai email, videochiamate e lezioni online stavano diventano la nostra nuova routine. Il 23 marzo è arrivata un’email da un mittente conosciuto con un contenuto diverso dal solito. Eravamo state invitate a prendere parte ad un nuovo progetto di ricerca che prevedeva l’utilizzo di un social network conosciuto soprattutto dai più giovani: TikTok. 

Siamo state coinvolte in questo progetto quando ancora eravamo studentesse di Scienze della Formazione Primaria, concentrate prevalentemente sull’università: il tirocinio da finire nonostante le scuole fossero chiuse, le lezioni a distanza, gli ultimi esami da preparare ed il lavoro di ricerca e di scrittura della tesi da portare avanti. Il nostro progetto di tesi incentrato sul digital storytelling alla scuola dell’infanzia ha fatto sì che il CREMIT pensasse a noi; il nostro interesse per la Media Education in senso lato ci ha fin da subito motivate e spinte ad accettare, senza esitazione, la proposta. 

Il nostro percorso di studi, oltre ad interessare l’ambito educativo e formativo, ci ha consentito di approfondire il mondo dei media, concentrandoci sulla scoperta delle potenzialità del digitale nei contesti scolastici e più precisamente nella fascia d’età compresa tra i 3 e i 6 anni. L’équipe di lavoro nella quale siamo state inserite è eterogenea, formata da giovani che lavorano e fanno ricerca su temi quali Media Education, innovazione e tecnologia. Le diverse figure professionali coinvolte nel progetto rendono lo studio ricco di sguardi e punti di vista diversi tutti confluenti in un unico obiettivo: come il social TikTok possa veicolare e promuovere dinamiche educative in contesti formali (scuola) e informali (casa), il tutto facendo riferimento a diverse fasce di età. 

Nel corso di questo progetto, abbiamo avuto modo di maturare conoscenze, competenze ed abilità sia a livello personale che a livello professionale.

Provando ad essere più concrete, pensiamo sia interessante far riferimento al framework delle competenze, uno strumento che studentesse e studenti di Scienze della Formazione Primaria utilizzano per riflettere ed analizzare la propria crescita professionale e personale. Il documento è stato, fin dal primo anno di tirocinio, la nostra guida. Questo ci ha accompagnate nella riflessione rispetto al ruolo, all’identità e alle caratteristiche della professione docente, ponendoci sempre nelle condizioni di riguardare con occhio critico il nostro operato. Il framework delle competenze fornito in sede universitaria durante i primi incontri di preparazione al tirocinio, presenta le competenze suddividendole in tre macro aree, così denominate: insegnamento-aspetti didattici, partecipazione scolastica-aspetti professionali, sviluppo professionale-aspetti formativi. 

Sulla base dello strumento risulta intuitivo individuare l’area dello sviluppo professionale, quindi gli aspetti formativi, come quella maggiormente coinvolta. Ci siamo servite delle nuove tecnologie per informarci e formarci, sia per quanto riguarda il social network sia in riferimento alla produzione di video. Un primo approccio ha riguardato la conoscenza del social e delle dinamiche ad esso sottese, leggendo articoli, cercando informazioni e passando del tempo all’interno dell’ambiente TikTok. Solo in un secondo momento abbiamo sperimentato in prima persona la produzione di contenuti di vario genere. Il lavoro di video-maker coinvolge pressoché tutti e cinque i sensi e ti mette nella condizione di porti sempre nuove domande. L’attenzione è rivolta per lo più al voler produrre qualcosa di interessante, di coinvolgente e bello che possa quindi piacere ad un pubblico. Ecco da dove parte la cura dei dettagli, l’attenzione alla luce, ai rumori in sottofondo, l’abbinamento di colori. E ancora una ricerca continua dei nuovi trend, di un algoritmo che proponga contenuti in linea con i nostri gusti, la scelta di musiche e hashtag volti ad etichettare il video e a collocarlo con precisione all’interno dell’infinità di contenuti offerti dal social. Inoltre, collaborando alla ricerca in senso più ampio, abbiamo curato la nostra formazione continua ponendoci, di volta in volta, nuovi interrogativi rispetto alle risorse che il web offre e cercando punti di incontro tra TikTok e la scuola. Nonostante i due mondi citati possano sembrare completamente estranei uno all’altro, grazie alle accortezze citate sopra è stato possibile utilizzare il social in senso educativo-pedagogico, sfruttando le sue logiche interne perseguendo un obiettivo preciso: #impararecontiktok.

L’esperienza di collaborazione avviata ci ha anche permesso di concentrarci sull’insegnamento, in particolar modo su tutti quegli aspetti che fanno riferimento alla didattica. La creazione di nuovi video ha previsto lo sviluppo della competenza relativa all’organizzare situazioni di apprendimento, consentendoci di muoverci in un’ottica di esportabilità. Infatti, un’ulteriore attenzione che abbiamo cercato di porre nella fase di progettazione dei diversi video, faceva riferimento all’impiego di questi in molteplici situazioni didattiche. A partire da un target di riferimento e da diversi argomenti e temi abbiamo sviluppato una serie di idee e progetti che potessero essere impiegati concretamente in aula. Proprio in questo senso emerge l’aspetto più pratico legato a questo lavoro di sperimentazione e ricerca, ovvero la stretta e profonda connessione tra i video prodotti e la pratica didattica di educatori ed insegnanti. Infatti, lo scopo di questo progetto non riguarda solo la creazione di materiale per l’impiego in aula, ma incentiva studenti, alunni, professori ed educatori a prendere spunto dal lavoro pubblicato al fine di sperimentare, a loro volta, la creazione di contenuti inediti. Il nostro intento è stato da una parte quello di rimanere connesse alla realtà e al qui ed ora, quindi facendo riferimento a fatti e situazioni reali; dall’altra l’idea di creare contenuti che potessero essere sfruttati durante vari momenti didattici. 

Questo percorso risulta un’opportunità per diverse figure che operano in campo educativo e non solo. Infatti, la ricerca permette da una parte di avvicinarsi ad una realtà altra (TikTok) conosciuta molto bene dai più giovani e quindi potenziali bambini o ragazzi con i quali ci si rapporta nei contesti scolastici, e dall’altra di pensare in modo alternativo l’impiego dei social nella didattica. Lo strumento, infatti, può diventare un vero e proprio ambiente di apprendimento, all’interno del quale è possibile approfondire interessi e argomenti, scovare curiosità e cimentarsi nel ruolo di produttori, il tutto in una manciata di secondi. TikTok risulta essere un social che sposa molto bene l’idea di prosumers, rendendo molto sottile il confine tra produttore e consumatore. 

Un ulteriore aspetto coinvolto è quello professionale. Sempre facendo riferimento al framework delle competenze, è assolutamente indispensabile citare la competenza del lavorare in gruppo. La sfera sociale del lavoro non è da sottovalutare, anzi la collaborazione continua e costante, il confronto, le molteplici modifiche fatte, i commenti e le critiche che portano alla riflessione rispetto al proprio elaborato, i rilanci rispetto ad idee e spunti per il futuro sono stati il vero motore dell’intero progetto. Il senso più profondo della ricerca avviata è insito nella visione di TikTok come connessione tra persone che hanno modo di condividere contenuti, interessi ed obiettivi. 

Questo percorso può essere considerato come un vortice, un flusso di pensieri, parole, immagini in costante movimento e mutazione. Un’idea, questa, che molto si avvicina proprio alla logica di TikTok: un mondo ricco di contenuti di vario genere, che permette di approfondire le più svariate tematiche in un tempo molto breve. 

L’esperienza descritta si caratterizza come un vero e proprio percorso di scoperta, di crescita: una palestra di idee. Consente di maturare e di arrivare ad avere una nuova visione del social, meno banale e più consapevole delle opportunità che offre. 

Da ultimo, è fondamentale sottolineare come la ricerca sia in continua evoluzione e quindi aperta a studentesse e studenti di Scienze della Formazione Primaria e del corso magistrale in Media Education. TikTok potrebbe diventare un campo di studio, di ricerca e di sperimentazione operativa in linea con il percorso universitario intrapreso. Gli unici requisiti necessari sono: tanta curiosità e voglia di mettersi in gioco.  

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