Diventare cittadini digitali. Formazione Insegnanti di Religione Cattolica della Diocesi di Noto

di Maria Cristina Garbui

Diventare cittadini digitali. Formazione Insegnanti di Religione Cattolica della Diocesi di Noto

Diventare cittadini digitali. Formazione Insegnanti di Religione Cattolica della Diocesi di Noto


di Angelo Bertolone, Insegnante di Religione, Media Educator e Tutor di tirocinio della Laurea magistrale in Media Education, Università Cattolica del Sacro Cuore 

Giovedì 9 e Venerdì 10 Marzo presso il Polo formativo “Meter” di Pachino (SR) si è svolto il corso di aggiornamento e di formazione per docenti di Religione Cattolica della Diocesi di Noto sul tema “Diventare cittadini digitali. Praticare virtù nel digitale”, promosso e organizzato dall’Ufficio per l’Insegnamento della religione Cattolica diretto da don Maurizio Novello. Gli IDR presenti, di ogni ordine e grado, nell’arco dei due giorni sono stati circa 100.

Il direttore dell’ufficio IRC, nel suo intervento introduttivo, ha sottolineato l’importanza della formazione continua in vista delle sfide che la società contemporanea ci chiama ad affrontare in quanto educatori. «L’Educazione Civica Digitale – sottolinea don Novello – rappresenta per tutti i docenti e in particolare per quelli di Religione Cattolica una grande sfida verso quel percorso educativo complementare all’incontro in carne e ossa che, come ci ricorda Papa Francesco, apre la strada al dialogo e all’incontro con il prossimo». 

Un tema che investe tutto il mondo dell’educazione compresi gli insegnanti di religione chiamati a trovare punti di connessione tra i temi propri della disciplina e le istanze di cittadinanza digitale.

Il corso proposto a tutti gli idr di ogni ordine e grado è stata progettata su due livelli:

  • un avvio utile a fornire gli elementi teorici e le logiche di riferimento per rileggere il proprio contesto educativo – didattico attuale.
  • una ripresa laboratoriale utile a sviluppare strumenti pratici e progettuali da portare in classe.

Nella prima parte della formazione, Stefano Pasta (ricercatore CREMIT e docente di didattica e pedagogia speciale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano),dopo una breve introduzione sul curriculum di Educazione Civica Digitale, normato dall’art. 5 della legge 20 agosto 2019 n. 92, in riferimento all’introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica, si è soffermato sul tema del Web, come spazio sovraccarico di informazioni, un luogo limite a rischio “oligopolio” ma di grande opportunità formativa. «Ogni utente del web – sottolinea Pasta – con un abbondante spirito critico e di responsabilità dovrà riuscire a governare il cambiamento in corso della rete e considerare gli effetti di una nuova società mediatizzata che dovrà necessariamente rieducarsi ad un nuovo sguardo educativo e inclusivo».

L’uso distorto del digitale da parte degli adulti e dei giovani può arrivare a fomentare sul web sociale quell’odio online che genera poi fenomeni quali il razzismo online e il cyberbullismo. In questo senso diventare cittadini digitali vuol dire riuscire ad osservare tutti quei fenomeni che possono costituire dei pericoli ed affrontarli con un profondo approccio educativo. 

Il relatore, ha quindi focalizzato l’attenzione sul passaggio da una società dell’informazione a una società informazionale (cfr. Luciano Floridi, La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo edito da Raffaello Cortina Editore). Una società che cerca di capire come le ICT digitali (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) stanno realmente cambiando le nostre vite. Una “nuova rivoluzione” che sta mutando il nostro approccio alla realtà e alla comprensione di noi stessi, in un mondo sempre più connesso, dominato dalle nanotecnologie e da un nuovo modo di pensare  (su moneta,  mercato,  lavoro e professioni). «Internet, educazione ai media e all’informazione, dati e intelligenza artificiale, cultura e creatività digitale – continua il relatore – rappresentano le nuove linee di riflessione e un nuovo sillabo per orientarsi e diventare quanto prima dei “naviganti” più consapevoli e responsabili». Compito di chi si occupa di educazione a più livelli, sarà quindi riuscire ad abitare quella “società delle mangrovie” (Floridi 2015) dove il mondo virtuale e mondo reale vanno pensati non come poli opposti, ma come due spazi diversi segnati dal continuo rimando, dove il web può essere percepito come una possibilità per estendere le relazioni sociali. Per far ciò bisogna attivare processi educativi autentici che siano capaci di aprire al pensiero critico e alla responsabilità.

La relazione, inoltre, ha avuto un momento di confronto a gruppi su alcuni studi di caso proposti dal relatore per permettere ai corsisti di entrare nel vivo delle questioni e chiudere un quadro teorico ricco e articolato.

«Va superata – conclude Stefano Pasta a margine del suo intervento – l’opposizione tra nativi digitali, intendendo tra questi le giovani generazioni, e gli immigrati digitali, ovvero coloro che si sono trovati interessati dal digitale provenendo da altre esperienze. Rispetto al digitale il punto non è l’età, ma l’educazione. La frattura è tra superficiali digitali e saggi digitali: i primi fanno un uso non consapevole del digitale; i secondi agiscono con responsabilità. Il passaggio da nativi digitali a cittadini digitali non costituisce una competenza solo tecnica ma una capacità di collocarsi nel digitale che nella scuola si traduce anche come spazio didattico».

La relazione è stata integrata dai laboratori, iniziati sin dal pomeriggio del primo giorno, guidati da Angelo Bertolone (Insegnante di Religione e Media Educator) che ha condotto ad una riflessione che ha permesso a tutti i docenti in seduta plenaria e nei vari working groups di riflettere sulla domanda stimolo che ha guidato la prima attività laboratoriale: Quale immagine rappresenta al meglio la tua idea del rapporto tra giovani e tecnologie? Durante questa fase, progettata in ogni sua fase insieme ad Eleonora Mazzotti (CREMIT) che ha continuato a seguire i lavori a distanza, si è potuto concretizzare quanto emerso dal quadro teorico iniziale.

La Teachers Toolbox (la cassetta degli attrezzi digitali per insegnanti) creata dal formatore è stata il ricco bagaglio didattico che ha consentito a tutti gli insegnanti dei vari ordini di scuola di apprendere, in forma laboratoriale, innovative strategie didattiche digitali. Supporti di attività didattiche sincrone, contenitori web come padlet, attività per l’apprendimento ludico come quizizz, interazioni con gli studenti come edpuzzle, digital storytelling, motori di ricerca etici, podcast didattici, intelligenza artificiale, sono alcuni dei tanti strumenti didattici che sono stati presentati in questa due giorni di attività formativa.

Al termine di questa esperienza immersiva di formazione teorico – laboratoriale, tutti gli idr dall’infanzia alla secondaria di secondo grado hanno:

  • riflettuto sul valore della condivisione e del confronto delle esperienze vissute in classe da ognuno. Questo, su impulso del formatore, ha portato alla creazione di un network sulla piattaforma di WhatsApp. In questo modo il percorso di Formazione in Servizio degli Insegnanti di Religione potrà iniziare durante i momenti dedicati (plenarie, laboratori, seminari, ecc…) e svilupparsi lungo tutto l’anno scolastico. Gruppi territoriali di insegnanti dello stesso ordine connessi “onlife” che con la  creazione di un network dedicato alla formazione e all’aggiornamento, inoltre, potrà supportare (peer to peer) tutti quei docenti che vivono un momento di difficoltà o sono in cerca di idee interessanti per innovare e migliorare le esperienze didattiche da proporre agli studenti;
  • fatto esperienza di peer education rafforzando o migliorando le proprie competenze digitali;
  • conosciuto nuovi applicativi e riscoperto alcuni che non usavano dalla fine della DAD spendibile anche in presenza;
  • lavorato in piccolo gruppo progettando dei percorsi spendibili didattici già da subito.

Le tantissime domande ricevute dai formatori durante i lavori, i sorrisi e la voglia di apprendere degli insegnati, anche dei più scettici o impauriti inizialmente, sono stati gli indicatori di un’esperienza intensa. 

I feedback conclusivi che riceviamo da loro sono racchiusi nelle parole espresse sul Mentimeter proposto a conclusione dei lavori (che qui riportiamo) e dalle parole di uno degli insegnanti di religione che ha ringraziato i formatori per “per aver riacceso la bellezza della formazione umana e integrale, culturale e sociale, digitale e reale”.

La formazione digitale (e non solo) continua si rivela fondamentale per migliorare la qualità dell’insegnamento e garantire un’istruzione efficace, nell’ambito di una necessaria azione di innovazione organizzativa, strutturale e metodologica. Quello che si chiude, è un primo rapporto di collaborazione tra la Diocesi di Noto, il centro di ricerca CREMIT e l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Una sinergia che ha permesso di proporre una formazione continua attraverso la quale i docenti di religione potranno avere la possibilità di accrescere la propria professionalità e qualificare sempre più il lavoro educativo a servizio degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado del territorio. 

Per approfondire: 

  • Stefano Pasta, “Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell’odio online”, Morcelliana 2018.
  • Stefano Pasta – Milena Santerini, “Nemmeno con un click. Ragazze e odio online”, Franco Angeli 2021.
  • Stefano Pasta – P. C. Rivoltella, “Crescere onlife. L’Educazione civica digitale progettata da 74 insegnanti-autori”, Morcelliana 2022,
  • Antonio Cuciniello – Stefano Pasta, “Studenti musulmani a scuola. Pluralismo, religioni, intercultura”,  Carrocci 2020.
  • È possibile proseguire nella riflessione tra IRC e Cittadinanza digitale seguendo la rubrica IRC (Insegnare, ricercare, Condividere) che ogni mese è pubblicata sulla rivista EAS (Essere a Scuola). Per abbonarsi, il link diretto: https://www.morcelliana.net/3028-essere-a-scuola 
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