“Ogni cosa al suo posto, un posto per ogni cosa”

di redazione

“Ogni cosa al suo posto, un posto per ogni cosa”

“Ogni cosa al suo posto, un posto per ogni cosa”


di Sara Depaoli e Silvia Corrioni

A 70 anni dall’anniversario della sua morte, Maria Montessori con il suo metodo molto più che innovativo, continua a sorprendere, grazie anche alle scuole che hanno saputo portare avanti la sua metodologia, rinnovandola e rendendola contemporanea.

Anche in Università è impossibile non parlare della sua didattica e delle riflessioni pedagogiche che questa grande educatrice, pedagogista e neuropsichiatra ha condotto.

Tra i mesi di dicembre e febbraio del corrente anno accademico, gli studenti del secondo anno di Scienze della Formazione Primaria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nell’ambito del tirocinio indiretto del secondo anno hanno avuto l’opportunità di partecipare ad un’aula decentrata sul Metodo Montessori, tenuto dalla dott. ssa Marzia Luzzini dirigente della scuola Montessori di Como.

Il metodo si fonda sull’attenzione e la cura di quattro elementi cardine: spazi, tempi, materiali e relazioni, che hanno fatto da filo conduttore degli incontri a cui gli studenti hanno partecipato.

  • Spazi: progettati per creare un ambiente educativo a misura di bambino, dove esso trova a sua disposizione oggetti con finalità didattiche ben precise. Negli spazi armonici e ordinati, l’alunno ha la possibilità di muoversi in completa autonomia. Non sottovalutabile è anche lo spazio esterno, sempre presente nelle scuole di metodo, in quanto promuove le cure verso tutti gli altri esseri viventi.
  • Tempi: il tempo scolastico viene scandito dall’autogestione del singolo, che si organizza liberamente e si dedica alle attività che maggiormente lo interessano. Ciò porta al rispetto dei tempi e dei ritmi del singolo, valorizzandone l’individualità e la diversità.
  • Materiali: l’aggettivo che meglio descrive la caratteristica principale del materiale montessoriano è “elementare”, in quanto essenziale. I materiali stimolano il bambino a fare ed a sperimentare concretamente. Tra le tante attività che si possono mettere a disposizione, ci sono quelle di “vita pratica”, attività semplici di vita quotidiana che incuriosiscono il bambino e gli permettono di sviluppare e affinare la sua manualità. “Noi crediamo che il bambino è felice quando gioca: invece il bambino è felice quando lavora”. (Maria Montessori)
  • Relazioni: il bambino agisce prevalentemente in maniera individuale analizzando i materiali da lui scelti, ciò però non limita la dimensione relazionale resa possibile da alcune attività da svolgere in piccolo gruppo. L’insegnante: presenta il materiale, suggerisce, osserva l’azione dei bambini e li sostiene, ma soprattutto non interferisce nella loro scoperta del mondo.

Al termine della prima giornata d’aula, nella quale gli studenti hanno avuto l’opportunità di conoscere meglio il Metodo nelle sue realtà quotidiane, è stato affidato loro il compito di progettare e realizzare un’aula montessoriana della scuola dell’Infanzia o della Scuola Primaria. Nello specifico, il mandato di lavoro prevedeva la scelta della piantina di un’aula nella quale provare ad immaginare la disposizione degli arredi e dei materiali secondo i principi del metodo e mettendo in atto i suggerimenti colti dalla testimonianza della dottoressa Luzzini.

La realizzazione del lavoro era prevista in piccolo gruppo. I vari gruppi hanno avuto diversi approcci di attuazione del mandato: i risultati sono stati molteplici grazie anche alla varietà di strumenti tecnologici utilizzati.

Durante un primo debriefing i gruppi hanno ipotizzato l’organizzazione dell’aula seguendo i principi cardine del metodo, valorizzando le attività di vita pratica, lo spazio all’aperto e la selezione di materiali opportuni.

In un secondo momento gli studenti hanno concretizzato la loro idea di aula montessoriana realizzando una presentazione interattiva che includesse gli arredi e i materiali.

Nell’incontro conclusivo in plenaria dell’aula decentrata, ogni gruppo ha avuto l’opportunità di presentare la sua proposta, argomentando e motivando le scelte fatte e presentando la piantina realizzata.

In questo momento la professoressa Luzzini ha potuto commentare gli elaborati, fornendo degli spunti interessanti di riflessione sul lavoro svolto dagli studenti.

Al termine delle presentazioni, le proposte sono state votate dai presenti. Quelle che hanno ricevuto un numero maggiore di voti, sono state quelle più realizzabili nella realtà, che presentavano spazi armonici, ordinati e che consentissero la libertà di movimento da parte dei bambini. Le proposte vincenti hanno sfruttato e valorizzato al meglio lo spazio esterno, inserendo diversi tipi di materiali collocandoli in uno spazio appropriato, permettendo ai bambini di lavorare sia individualmente sia in piccoli gruppi, favorendo una socialità a misura di singolo bambino.

In conclusione, il metodo Montessori è un metodo capace di ricercare la nostra naturale esigenza di creare un ambiente che sia armonioso e confortevole, un ambiente che sia in grado di definire l’ordine esteriore che si proietta poi in quello interiore, un ordine che dia sicurezza al bambino; da qui la citazione montessoriana che risuona in ogni casa dei Bambini: “Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa” come una formula magica che rende piacevole il riordino.

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