La didattica al tempo del Covid-19: quando la scuola colma il divario digitale

di Sara Lo Jacono

La didattica al tempo del Covid-19: quando la scuola colma il divario digitale

La didattica al tempo del Covid-19: quando la scuola colma il divario digitale


La testimonianza di Angela Fumasoni, insegnante di scuola primaria, Istituto Comprensivo Paesi Orobici di Sondrio, redazione “Essere a Scuola – EaS”

Da un giorno all’altro ci siamo trovati in una scuola diversa con le aule vuote e i bambini a casa. Insegnanti, studenti e famiglie, ognuno in funzione del proprio ruolo, ha cercato di capire come e cosa fare. Da subito la scuola si è fatta delle domande su come garantire l’accesso alla didattica, ma ancor prima ha cercato di capire quali fossero le priorità da affrontare e quali fossero le modalità più efficienti ed immediate per poter far sentire la propria vicinanza ai bambini. La strada era una sola: l’uso della tecnologia.

COLMARE IL DIVARIO DIGITALE

Il nostro Istituto è stato da sempre all’avanguardia sull’utilizzo della tecnologia ed in particolare, in questi ultimi anni, attraverso la mia formazione professionale con la sperimentazione degli Eas nell’ambito di “Smart Future”, progetto del Cremit che ha permesso l’utilizzo dell’attrezzatura dell’aula Samsung dove in modalità laboratoriale si sono attivati molti percorsi. Anche in passato si è sempre optato per le attività online gestibili anche da cellulare a causa della carenza della strumentazione della nostra utenza, costituta nello specifico da bambini di varie provenienze etnico-culturali e da famiglie con situazioni socioeconomiche differenti. Diciamo, quindi, che i nostri alunni avevano una sufficiente conoscenza degli strumenti, fatto però ben diverso dall’avere dimestichezza e autonomia completa. La situazione nella scuola secondaria è apparsa subito meno complessa da gestire perlomeno perché i ragazzi sono più autonomi, hanno maggiori competenze digitali ed erano già abituati a lavorare in modalità on line utilizzando classroom.

Il registro elettronico poteva essere utilizzato per l’inserimento dei compiti ma per aiutare i genitori disorientati da questa nuova situazione si è optato, in particolare per le situazioni più critiche, per la comunicazione diretta attraverso il sistema di messaggistica istantanea. Dopo questo primo contatto importante per i bambini e per le loro famiglie, ci siamo adoperati per attivare la didattica sincrona recuperando tablet, pc e connessione wi fi da distribuire alle famiglie fornendo uno o più strumenti. Nel giro di poche settimane le famiglie avevano i loro strumenti.

Il divario digitale (vedi Webinar “Leggere e ridurre il divario digitale dai dati alle proposte”, di Stefano Pasta) dovuto alla mancanza di strumentazione si accentua ancor più dalla mancanza di competenze digitali delle famiglie: pertanto è stato fondamentale il mio supporto.

OLTRE IL SUPPORTO TECNOLOGICO…

Quando capisci che il tuo aiuto va aldilà del supporto tecnologico devi assolutamente instaurare un rapporto di vicinanza. Riuscire a stabilire la connessione vuol dire mettersi in gioco da entrambi i versanti: il genitore deve superare l’imbarazzo nel sentirsi inadeguato mentre l’animatore digitale deve saper interloquire innanzitutto rassicurando il genitore per poi impartire istruzioni chiare e semplici per la risoluzione del problema. Inutile sottolineare l’emozione ogni volta che la connessione viene stabilita: gli occhi delle madri scintillanti e gli occhi dei bambini meravigliati ed esultanti si incrocia con i miei “…poi possiamo vedere i nostri compagni e le nostre maestre vero!!!!”. “Certo certo… sei contento?”, “Sarà bellissimo!!!!!!”. Non potrò dimenticare la voce di una mamma con un italiano poco corretto piangendo dalla gioia “Maestra non pensavo di farcela… ero preoccupata… come farà (avrebbe fatto) il mio bambino!!! Grazie lei è bravissima e gentilissima”. Alla sera i messaggi di ringraziamento della signora non smettevano più di arrivare… questo vuol dire andare oltre, questo vuol dire entrare nel cuore, questo vuol dire sentirsi vicini.

QUANDO LE FAMIGLIE VOGLIONO GARANTIRE AI PROPRI FIGLI IL DIRITTO ALLO STUDIO

Il percorso delle famiglie per adattarsi alla nuova modalità di erogazione della didattica attraverso l’uso di email, videolezioni su blog e Google Sites e videolezioni in diretta è ammirevole… abituati ad avere poca dimestichezza con la tecnologia se non attraverso il sistema di messaggistica comune di WhatsApp ora sono stati catapultati in un mondo tecnologico nel quale si sentono inadeguati. Il mio pensiero da animatore digitale è stato subito quello di dire: speriamo di connettere la maggior parte delle famiglie! Sinceramente non so se immaginavo di raggiungere veramente tutti i nostri bambini e quindi le loro famiglie. L’attivazione è partita da quello che è lo strumento più immediato: il messaggio vocale, le insegnanti della scuola dell’infanzia hanno registrato delle storie che sono state inviate già dai primi giorni. Questo significava far capire ai bambini che le insegnanti non erano sparite ma erano accanto a loro. Da qui tutto il supporto tecnologico ai genitori per far accedere ai bambini e i ragazzi alle lezioni in diretta usando Google Meet. Sorprendente il lavoro di mamme e papà che cercavano di comunicare quali fossero le loro difficoltà, ma che, con una punta di orgoglio, quando tutto era andato a buon fine, gioivano e ringraziavano. Sicuramente la stretta collaborazione fra scuola e famiglia che in questa situazione di emergenza si sono visti ha rafforzato il legame andando a vantaggio dei nostri studenti.

IL PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO MEDIATO DALLE TECNOLOGIE

La disponibilità degli insegnanti ha permesso l’attivazione di quel percorso di accompagnamento didattico – educativo dalla forte valenza emotiva necessario per affrontare la situazione emergenziale di isolamento e di lontananza. Che cosa fare per rimanere a contatto con i bambini? Le insegnanti della scuola primaria hanno pensato ad un approccio ludico giocoso attraverso l’uso delle tecnologie ricreando alcune attività che si svolgevano nel quotidiano come la lettura di una storia al giorno, la realizzazione di piccoli oggetti, le attività di coding con scratch3… proprio dalla situazione dentro casa si sono organizzate sfilate di moda per imparare i nomi in inglese, fotografie dei quadri per il calcolo del perimetro, si sono realizzate ricette per utilizzare le unità di misura: la casa è diventata lo spazio di lavoro dei bambini dal quale partire per svolgere le attività legate ai vari apprendimenti. Il concetto di Spazio (vedi Webinar “Il digitale prima durante e dopo l’emergenza”, di Pier Cesare Rivoltella) è cambiato totalmente ora è la casa il luogo dell’apprendimento principale dal quale partire per fare le nostre esperienze.

La tecnologia entra dentro le case e mostra a tutti il volto della nostra vita: fratelli che piangono, sorelle che salutano, genitori che stanno accanto per cercare di non perdere nulla di quello che si sta facendo. Gli insegnanti dal canto loro provano a instaurare quel contatto umano che nella lezione in presenza in classe era costante e che ora nella lezione in diretta mediata dalla tecnologia sembra sfumare anche se traspare attraverso i volti e gli sguardi dei bambini ed il loro entusiasmo a partecipare. L’insegnante organizza lo “Spazio intermedio” (vedi Webinar “Come gestire un lezione on line aspetti comunicativi”, di Serena Triacca) cercando di rendere la propria lezione attiva e partecipata per avvicinarsi sempre di più allo studente. La mediazione della tecnologia è pertanto servita a stabilire il contatto ma sicuramente la mediazione dell’insegnante è in primis lo strumento basilare.

Per approfondire:
Divario digitale e DAD: urgenza oltre l’emergenza – Anna Molinari
Webinar “Leggere e ridurre il divario digitale dai dati alle proposte” – Stefano Pasta

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