Educazione Civica Digitale, a partire dal nuovo Sillabo del MIUR e conclusione del percorso “Curricolo e Cittadinanza Digitale”

di Stefano Pasta

Educazione Civica Digitale, a partire dal nuovo Sillabo del MIUR e conclusione del percorso “Curricolo e Cittadinanza Digitale”



Nel pomeriggio di martedì 27 novembre l’IIS Capirola di Leno era gremito di docenti per la conclusione del percorso di formazione indetto da Cremit dal titolo “Curricolo e Cittadinanza Digitale” in coerenza con il documento emanato nel gennaio 2018 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che lo stesso Centro di Ricerca ha fortemente contribuito a realizzare. I docenti di 25 scuole dell’Ambito 10-Bassa Bresciana si sono confrontati con le 5 aree del Curriculum di Educazione Civica Digitale: “Internet e il cambiamento in corso”, “Educazione ai media”, “Educazione all’informazione”, “Quantificazione e computazione: dati e intelligenza artificiale”, “Cultura e creatività digitali”. Attraverso laboratori progettati e messi in atto da Livia Petti, Michele Marangi e Stefano Pasta, i docenti si sono messi in discussione e hanno provato a progettare interventi che rispondessero all’esigenza di non lasciare soli i ragazzi in età scolare nella gestione dei profondi cambiamenti offerti dalle tecnologie di informazione e comunicazione. Essi sono, infatti, la generazione più immersa nelle tecnologie digitali sino ad oggi.

Claudia Covri, Dirigente Scolastico (Montichiari, BS) interviene così sull’utilità del corso di formazione: «La pervasività delle tecnologie ha cambiato la vita e l’apprendimento. Come accompagnare gli studenti a questo cambiamento? Come attuare una didattica efficace valorizzando le loro competenze? I docenti hanno provato a costruire percorsi didattici nell’ottica della cittadinanza digitale». Come aiutarli, quindi, nell’utilizzo intelligente di tali strumenti? Quando usare lo smartphone nella didattica? Come educare a riconoscere le fake news? Come cambia l’approccio alla scrittura, alla lettura e alla condivisione al tempo del digitale? Queste sono state alcune delle domande che hanno guidato la riflessione su un possibili Sillabo legato all’Educazione alla Cittadinanza Digitale e che hanno portato alla condivisione di alcuni interessanti progetti come ad esempio: “Il Decalogo per la ricerca online” o “Navigare con Dante nel web”, oppure “Educare alla comunicazione via WhatApp” o altri volti al capacity building su come si cercano le informazioni sui siti, riflettendo su autorevolezza delle fonti e fake news.

“Non basta più educare lo spettatore, occorre anche educare il produttore che ogni spettatore è diventato grazie allo smartphone che si porta in tasca.” Pier Cesare Rivoltella

Come spiega, infatti il nostro direttore Pier Cesare Rivoltella:”Le tecnologie digitali sono agente attivo di profondi cambiamenti sociali, culturali, politici ed economici. Allenare il pensiero critico non basta più. Ovvero: se al tempo dei media di massa, essere capaci di “leggere i messaggi” criticamente significava garantirsi che le persone avessero le risorse sufficienti a non farsi condizionare, a produrre un “pensiero proprio” in risposta al rischio del “pensiero unico”, oggi questo non è più sufficiente perché rappresenta solo la metà dell’opera. Non basta più educare lo spettatore, occorre anche educare il produttore che ogni spettatore è diventato grazie allo smartphone che si porta in tasca. Questo significa, come propone il Curriculum di Educazione Civica Digitale, che insieme al pensiero critico occorre sviluppare consapevolezza e responsabilità negli studenti. Occorre quindi che la scuola aiuti ad accompagnare la complessità del cambiamento. La scuola può infatti aiutare gli studenti, e con essi i genitori, a costruire strategie positive per affrontare una disponibilità di tecnologie, di informazione e comunicazione senza precedenti”.


Il Sillabo del Ministero intende come educazione civica digitale una nuova dimensione che aggiorna ed integra l’educazione civica, finalizzata a consolidare ulteriormente il ruolo della scuola nella formazione di cittadini in grado di partecipare attivamente alla vita democratica. “Le parole chiave dell’educazione civica digitale – si legge nel Sillabo del Ministero –  sono: spirito critico e responsabilità. Spirito critico, perché è fondamentale – per studenti e non solo (docenti e famiglie sono altrettanto coinvolti) – essere pienamente consapevoli che dietro a straordinarie potenzialità per il genere umano legate alla tecnologia si celano profonde implicazioni sociali, culturali ed etiche. Lo spirito critico è condizione necessaria per “governare” il cambiamento tecnologico e per orientarlo verso obiettivi sostenibili per la nostra società. Responsabilità, perché i media digitali, nella loro caratteristica di dispositivi non solo di fruizione ma anche di produzione e di pubblicazione dei messaggi, richiamano chi li usa a considerare gli effetti di quanto attraverso di essi vanno facendo.Dallo spirito critico e dalla responsabilità deriva la capacità di saper massimizzare le potenzialità della tecnologia (ad es. in termini di educazione, partecipazione, creatività e socialità) e minimizzare quelli negativi (ad es. in termini di sfruttamento commerciale, violenza, comportamenti illegali, informazione manipolata e discriminatoria).”

Durante il percorso è avvenuta inoltre la restituzione di un’indagine condotta da Sara Lo Jacono e Lorenzo Decani del Cremit riguardo la dieta mediale che ha preso a campione di 2000 studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado provenienti sempre dalle scuole dell’Ambito 10-Bassa Bresciana. Emerge che la maggior parte dei giovani bresciani non guarda la televisione almeno una volta al giorno. L’accesso quotidiano alla tv riguarda solo per il 49% dei ragazzi delle superiori, resiste per il 68% alle medie. È l’epoca del Web – certo – ma quasi sempre da cellulare: usano il pc tutti i giorni solo il 17% degli studenti bresciani delle medie e il 22% delle superiori, il tablet riguarda rispettivamente al 22 e 14%, consolle e videogiochi salgono al 23 e 18%. Lo smartphone è invece un prolungamento del nostro corpo, con un uso quotidiano per l’81% dei ragazzi delle medie e oltre il 97 alle superiori. Percentuali altissime, che portano assolutamente allo stipula di una regola, specialmente in ambito domestico. La ricerca “Discuss – Digital Screens Consumption Survey System” ha sondato anche come avviene questo processo: le regole sono presenti nell’82% delle famiglie delle medie, quasi nel 50% delle superiori. In un terzo dei casi i figli hanno avuto un ruolo nel definirle; per oltre il 30% dei ragazzi “senza regole”, introdurle potrebbe migliorare il clima familiare. Quanto agli orari, emerge la tendenza a consultare lo smartphone di sera o di notte, talvolta scatenando una gara nel gruppo WhatsApp della classe. “Non so cos’altro fare”, “devo rispondere a chi mi ha scritto sulle chat” sono le due motivazioni più ricorrenti. Per ritornare infine sulla didattica e il Curricolo di Educazione Digitale, durante la restituzione è emersa l’importanza che ricopre un Social Network come Youtube, principale piattaforma dove poter usufruire di contenuti video, ma dove anche caricare i propri. Il social network è utilizzato da più del 90% della totalità del campione ed è anche quello più usato in ambito scolastico per entrambi gli ordini di scuola.

 

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